Diagnosi e prognosi

In medicina, la cosa più difficile in assoluto è la diagnosi: capire cosa hai.
Che stai male, lo vedono tutti. Si capisce. I sintomi sono abbastanza chiari, e piuttosto comuni: lo sguardo perso. L’attenzione che cala. Un nodo alla gola che fatica a scendere, la testa inclinata di lato.
Improvvisamente, ti piace passeggiare per la città ad orari inopportuni, quando sai che non c’è anima viva per strada. I tuoi compagni preferiti diventano i gatti randagi, qualche ubriaco nei pub. Tutte esistenze che sfiori per un attimo, colme di significato, ma probabilmente solo nella tua testa.
Nelle cuffie ascolti una playlist di Spotify, il cui nome riflette chiaramente il tuo stato d’animo, del genere “presa male”, “life sucks”… Cose così. Piccoli sprazzi di allegria.
Ti tuffi dentro ogni canzone, la fai tua, diventa la colonna sonora della tua notte. Ogni nota sembra essere stata piazzata sul pentagramma appositamente per te.
Ti trovi a fissare nella mente particolari insignificanti: un gratta e vinci gettato per strada. Le gocce di pioggia che ticchettano sul cofano di un’auto. Un negozio chiuso, impolverato, con la scritta “Affittasi”. Se compare qualcuno, qualche ragazzo che passeggia, qualche coppia, improvvisamente acquisisci la capacità di attutire ogni rumore. Il vociare della gente ti diventa indifferente, il tuo cervello lo bypassa completamente e lo sostituisce ad un assordante silenzio.
Se fumi, ti accendi una sigaretta, più per atmosfera che per concreto bisogno di nicotina. Sai che ti fa male anche lei, è sicuro, ma in fondo tutto quello che vuoi è avere una certezza.
Cerchi di calpestare le pozzanghere, finendoci dentro. I cerchi nell’acqua che crei rendono instabile l’equilibrio della superficie, rompono i legami a idrogeno e generano caos. Vuoi che, in qualche modo, l’esterno rispecchi ciò che sei dentro.
Torni a casa, dovresti dormire. Ma come fai a dormire? Hai un pensiero fisso nella testa, ma è come un miraggio, se provi a fissarlo per capire cosa sia lentamente scompare. E’ evanescente e non ti permette di metterlo a fuoco.
Non riesci ad isolare quel sentimento di instabilità, di disequilibrio, di inadeguatezza che ti pervade. Non riesci a separarlo dal resto, e si mescola talmente bene a tutto ciò che ti circonda da cominciare a caratterizzare ogni tuo gesto. Bere un bicchiere d’acqua, fare la doccia, vestirsi, tutto è malinconia.
E allora cominci a chiedere aiuto all’esterno. Fai domande strane a tutti, ascolti con attenzione tutto ciò che ti viene detto. Ma, come per la passeggiata, focalizzi solo alcuni particolari strani e inutili.
Sai che il tuo vicino di casa ha divorziato perché amava troppo. Sai che il macellaio si è tagliato un dito la settimana scorsa e non gli piacciono i broccoli. I tuoi colleghi amano i bambini ma non ne vogliono, la tua coinquilina è innamorata di Scarlett Johansson. Un infermiere di un ospedale di provincia che hai visto una volta sola ti ha svelato cosa sia il vero amore.
Fai tesoro di ogni esperienza, provi a sovrapporla come carta velina alla tua vita, ma i contorni non combaciano mai. Quando cominci a vedere un disegno, improvvisamente singhiozzi e una lacrima confonde l’inchiostro, spandendolo come una macchia informe.
Quando poi pensi a cosa potrebbero ricordarsi gli altri di te, quale ricordo possano conservare, non riesci a trovare una risposta. Forse, pensi, si ricorderanno dei miei occhi tristi, i miei occhi che si scontrano col mio viso sempre sorridente, un contrasto così potente e devastante che diventa quasi violento.
Come fai a sapere cosa hai? Come fai a trovare una cura, se non riesci nemmeno a renderti conto di cosa ti faccia stare male?
Ma soprattutto, vuoi davvero stare meglio? O forse ti piace, crogiolarti in questo stato di fragilità e voglia di piangere che però non arriva mai?
Alcuni potrebbero confonderla con atarassia, ma è tutto il contrario. Sono tantissime emozioni tutte insieme, che si annullano a vicenda fino a formare…
A formare cosa? E’ così che si diventa pazzi?
Alcuni dicono che sia l’amore. Altri la depressione.
Sono veramente così difficili da diagnosticare i sentimenti?

 

2 pensieri su “Diagnosi e prognosi

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