Recensione – I rami del tempo

Premessa: è una trilogia autoprodotta.
Ho una grandissima stima di chi lascia tutto per inseguire i suoi sogni. Io l’ho fatto, è stata dura, ma devo ammettere che il mio sogno era molto materiale. Bastava studiare. E farsi il culo.
Non sto dicendo che sia stato semplice, badate bene, ma sono arrivata ad un certo punto sicura di me e delle mie capacità.
Per uno scrittore, invece, è molto diverso. Non ci sono prove oggettive, test, esami che ti dicano quanto sei effettivamente bravo; ti butti, ci provi, mandi il tuo manoscritto a un editore e ti prepari a bocca aperta a prendere valangate di merda.
Peggio ancora è quando ti autoproduci. Sì, alla fine il tuo libro esce, ma chi può essere il tuo vero feedback?
I lettori ai quali regali il tuo libro? Quelli che lo comprano? I tuoi parenti? I tuoi amici? Il numero di download su Amazon quando metti l’ebook gratuito?
Chi ha le qualifiche serie per poterti dire se il tuo è un bel libro o no? Fino a che punto si spinge la soggettività?

Finita la premessa, andiamo alla recensione.


I rami del tempo. Il segreto della sorgente. L’erede della luce.
Questi libri li ho comprati.
No, vi spiego: leggo in giro molti blog che ne fanno le recensioni, ma l’hanno ricevuto in regalo. Posso capire la situazione: può essere un po’… Vincolante?
Non fraintendetemi, magari quel libro gli è piaciuto davvero, ma per me sarebbe comunque imbarazzante. Se non mi piacesse, piuttosto eviterei di parlarne.
Ecco, non ho questo tipo di vincolo e posso permettermi di essere sincera.

Questo libro mi fa cagare.
Ora che ho detto la parte più difficile, posso sentirmi un po’ più sollevata e tranquilla, ed entrare di più nel dettaglio.
Questo libro è agghiacciante.

Speedy Gonzales

La prima pagina si apre con una scena di gelosia ad un matrimonio. Il matrimonio è fra personaggi che non verranno nemmeno nominati, perché la vera protagonista è la coppia che gioca a giochini di seduzione con dei ragazzi più giovani. Questa coppia è la testimone al matrimonio che si sta svolgendo.
La scena si apre a climax esattamente dodici – DODICI – righe dopo.
Il matrimonio si trasforma in una carneficina. Il sacerdote muore con una scheggia (?) nella fronte. Tuttio muoiono maciullati. Si salvano in tre.

Partiamo da questa prima pagina. Cosa c’è che non va?
I giochini di seduzione, l’introduzione del personaggio, dell’ambientazione, tutto quanto si esaurisce in dodici righe? E si passa immediatamente all’azione?
Che poi, che azione? Una carneficina descritta in altre quattordici righe – QUATTORDICI – dopodiché “cessa”.
In pratica, in una facciata di foglio A5 abbiamo già assisitito a tutto ciò che doveva succedere.
Verrà approfondito in seguito? Neanche tanto, la pioggia è stata una magia e il matrimonio non viene più nominato. I tre superstiti, che ricordiamo essere i testimoni degli sposi, penso dedichino giusto quattro parole ai defunti, dopodiché i loro interessi principali diventano trombarsi fra loro.
Che genere è questo libro?
Non lo so, e non so dirlo. Potrebbe essere fantasy, ma poi arrivano i viaggi nel tempo, spuntano fuori navicelle spaziali… È quindi di fantascienza? Forse, ma si parla di Re, l’ambientazione (per quanto descritta) sembra medievale, le armi pure… Si combatte con frecce e spade… È quindi genere epico? Ma cosa c’è di epico?
Già dall’inizio si fatica a comprendere di cosa stiamo effettivamente parlando, perché il ritmo è veloce, troppo veloce. C’è una quantità sporopositata di carne al fuoco che grigliata di Pasquetta levati, approfondita poco e spiegata ancora meno. Si arriva all’ultima pagina del primo volume che sì, si è capito tutto, ma in fondo non è successo un cazzo.
I capitoli sono lunghi in media una facciata. Sulle trenta righe.
Come diavolo fai? Trenta righe? E cambi il punto di vista? Non fai in tempo a capire di cosa stiamo effettivamente parlando che bum, cambio di scena. Sembra che ci sia una fretta allucinante, fretta che purtroppo porta inevitabilmente al secondo problema di questo libro…

Buchi nella trama

Facciamo un passo indietro e torniamo alle Nozze Rosse.
L’intera popolazione viene sterminata durante quel matrimonio. Quindi tutta l’isola era presente? L’autore ricorre ad uno stratagemma narrativo dicendo che tutta la popolazione doveva esserci perché i sacerdoti (due) volevano così. ‘Ca troia. Che spesa incredibile devono aver affrontato i due poveri sposi?
Oppure l’isola era abitata solo da una trentina di persone? Che tare genetiche dovevano esserci fra i nascituri?
Vabbè dai, si può chiudere un occhio davanti al primo espediente narrativo. Magari lo spiegano meglio dopo.
Però poi leggi che l’attentato al Re è di una semplicità disarmante. Basta che una ragazzina gli dìa da bere il veleno mentre gli fa una sega.
Pensandoci bene, anche l’attentato alla Sacerdotessa è abbastanza strano. Il tizio le si avvicina e la fa fuori. Sta qua legge nella mente, ma non si era acccorta delle vere intenzioni dell’uomo.
L’intera vicenda è un grande, enorme buco nella trama. Basta un’ombra nell’acqua per far mettere una coppia di sposi l’uno contro l’altro. Basta la promessa di un rapporto saffico per convincere una donna desiderosa di figli ad abbandonare la vita coniugale. Bastano un paio di gambe per convincere il mago di corte a tradire il suo Re – mago che riesce a sterminare popolazioni intere, ma non riesce ad evitare di venire picchiato da tutti.
La trama c’è, per l’amor di dio; ma manca di quella che può venire definita una vera e propria revisione. Sembra che chi scrive non si sia posto il minimo dubbio, sembra che i personaggi non siano dotati di personalità, ma facciano esattamente ciò che gli ordina l’autore – e non quello che una persona dotata di volere proprio potrebbe fare. È una forzatura incredibile, il risultato è insensato e i personaggi risultano meri espedienti narrativi.
Già in precedenza mi ero trovata di fronte ad un groviera cinematografico, Suicide Squad. Lì, però, i buchi nella trama erano colmati dal culo di Margot Robbie.
Qui, qual è il collante che cerca di evitare che questo libro crolli sotto il peso dei suoi stessi vuoti?

Il sesso, ovvero: oddio che meraviglia questo mondo dei grandi

Il sesso, vero collante di questa trama, viene affrontato con la stessa curiosità morbosa di un preadolescente. Che mondo meraviglioso! A cosa potrà mai portare l’atto sessuale, questo sconosciuto mondo che ancora non comprendo?
La morbosa curiosità fine a se stessa è l’unica emozione che suscitano le scene di sesso in questro libro. Il pollice del Re che entra nella fregna della schiavetta, il pompino subacqueo (wtf), donne che leccano e ciucciano e succhiano e cavalcano descritte – no, un attimo, non vengono descritte. Solitamente è tutto descritto in modo molto vago dal punto di vista dell’uomo. Non si parla dello schifo della schiavetta verso il Re vecchio (che poi, è davvero vecchio? Viene mai descritto?), o delle chiare difficoltà respiratorie di una povera crista costretta alla fellatio in snorkeling. Non si parla nemmeno di cose particolarmente interessanti. No, viene tutto buttato lì, come se non si sapesse nemmeno bene cosa e come si facciano queste cosacce, ma sembra che faccia molto fico se lo dico e quindi lo scriverò proprio qui, così tutti penseranno che le abbia provate anch’io.
L’unica descrizione da letteratura erotica, e ripeto, totalmente fine a se stessa, è la mirabolante vicenda della masturbazione del marito della protagonista, qui esposta e riportata nei minimi dettagli, dal crescendo/diminuendo di velocità delle tornate (sic) della mano alla traiettoria parabolica dello sperma fino al mento dell’uomo. Gnam.


Last but not least, questa morbosa curiosità da fanfiction PWP sembra aver contagiato anche i personaggi stessi, che – dal primo all’ultimo – non riescono a far nulla che non sia pensare al sesso.
La sacerdotessa vergine? Vede una figa – peraltro già vista da trent’anni – e diventa improvvisamente lesbica.
La moglie devota (che però faceva giochini di seduzione con altri uomini)? Lesbica anche lei in quattro righe.
Il Re? Beh, il Re semplicemente vuole solo trombare.
Le mogli del Re? Trombano il Re e le altre mogli del Re.
Le serve di palazzo? Violentano preadolescenti.
I maghi di palazzo? Basta l’ombra del pelo e bum, tradiscono Re.
Tutti i soldati di tutti gli eserciti esistenti? Vogliono solo violentare tutte le donne che vedono.
Le parenti di tutti i soldati di tutti gli eserciti esistenti? A loro volta sono state violentate.
Prigioniere? Violentate.
Maghe? Violentate.
Sacerdotesse? … Ma devo andare avanti?
Giusto per portare un esempio, a metà libro ci si trova davanti ad una vicenda parallela, che altro non è che l’ennesimo matrimonio del Re. Questo matrimonio non s’ha da fare, perché manca il padre della ragazza. Quindi? Che si fa? Si aspetta che il padre arrivi?
Eh no, perché il Re vuole TROMBARE la ragazza. La vuole penetrare, possedere, chiavare, violentare, riempire. Due pagine di febbrile attesa del padre della ragazza che ci sbloccherà l’achievement trivellata. E no, il padre non arriva, e in un’attesa Fantozziana il Re passa il tempo con la mano sul pene cercando di ritardare l’orgasmo. Quanto ci vuole? Vuoi arrivare o no? Così io vengo? Ah ah ah
Come si risolve la faccenda? Boh. Il capitolo cambia, il POV pure, si descrive un’altra vicenda e bon, il matrimonio viene dimenticato.
Caro autore.
Ma perché?

Ad un certo punto – e qui ho semplicemente deciso di lasciar perdere, di smettere di farmi del male – una donna che viaggia nel tempo col solo risultato di essere violentata alla fine impazzisce per le violenze (credo, non è che venga spiegato) e diventa una mezza ninfomane, pronta a saltare addosso a tutti/e quelli che entrano nella stanza.
Fase di elaborazione del trauma, presumo.
Bon, ho detto. Ero a metà del secondo libro – sì, perché interrompere al primo non si può, non è successo quasi nulla – e ho pensato, ma chi me lo fa fare?

Raramente abbandono un libro. Sono arrivata alla fine del Pendolo di Focault, direi che coraggio ne ho. Eppure, qui mi sembrava esclusivamente di perdere tempo.
La sintassi è da terza elementare. Le subordinate sono quasi inesistenti. Le descrizioni sono approssimative, cadono dal nulla, sconnesse l’una con l’altra; ma sono tutti difetti migliorabili. Un libro autoprodotto, il sogno della scrittura… Apprezzo moltissimo il coraggio dell’autore, o non avrei mai comprato e letto questi libri.
Purtroppo, l’assenza di trama (a parte il sesso), l’approssimazione di tutto il resto (sesso compreso) e le sconfortanti scene di sesso sono qualcosa che va oltre il mio coraggio. Sono la mia sconfitta.

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